venerdì 9 aprile 2010

Old fashionated morphine.


Quando hai un nove in greco la tua professoressa si aspetta che la tua interrogazione sia all'altezza di quel voto, e nonostante questo non ti dirà mai quando vorrà interrogarti, perchè chi ha nove deve essere, per natura, sempre PRONTO, come un sugo nel barattolo, di quelli della Barilla che non sanno di un cazzo. Ma dato che il mio nove non deriva da una semplice predisposizione (purtroppo non sono affatto un genio) sono costretta a ripassare, ogni giorno, prima di ogni lezione di greco, POLITEIA CAI EUSEBEIA, il mio libricino bianco latte con le dolci traduzioni di Lisia, tra cui PER L'INVALIDO, che poi è l'orazione da portare all'esame. E l'esame, credetemi, è più vicino di quanto io voglia ammettere.

Perciò facendo due più due direi che sono circa sette pomeriggi che utilizzo per rileggere INTEGRALMENTE la mia traduzione, ed allenare anche la mia PRONUNCIA.

Bene, sicuramente preferirei ricevere una chiamata di S. e uscire a cazzeggiare e/o andare a comprare thè fruttati in centro piuttosto che essere qui. Ma rispetto la volontà dell'universo.

XOXO


2 commenti:

  1. Anche quando avevo 3 ad elettronica il professore s'aspettava un'interrogazione all'altezza, per questo ero costretto ad uscire e non studiare.

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  2. Ahahahah. Fantastico. Ma cosa pretendono quegli esseri deformi dietro la cattedra.

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