sabato 24 aprile 2010

Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi.


Stavo camminando sull'asfalto questa mattina. Calpestavo gusci vuoti di lumache. - Come cocci aguzzi di bottiglia. - No, non è vero. Li evitavo. Ma mi ricordano Montale, le lumache. E un certo male di vivere. Quello dopo la pioggia. Che cade, ed annega anche te. L'autobus è sfrecciato al mio fianco. E io mi sono messa a correre.

In classe eravamo in cinque. Abbiamo parlato di integrali, di Leopardi, della Venere vulgivaga. Poi di S., che ha la testa recintata ed invalicabile.

Adesso faccio quel che faccio sempre tra le due e le tre e mezza. Attacco fotografie sui muri della mia camera. Ritagli di giornale. Poesie. Mi sembra di essere in una bolla di sapone. Ma con tante immagini che ti rendono il momento un labirinto.

Non ho ancora bisogno di non sbagliare. Non ho ancora bisogno della perfezione. Credo in me, ma ho ancora un po' paura. E tra le parole che non ti ho detto:


1. Mi piacerebbe accompagnarti al SERT lunedì mattina.

2. Non credo nei rapporti a distanza.

3. Ne ero davvero convinta.

4. Ho paura di andare via.

5. I dobermann sono dei cani bellissimi.


PS: D. ed A. mi stanno pensando intensamente. M. è stata carina. G., L. ed S. hanno sentimenti che feriscono. E mi piace la storia d'amore di A., perchè lei è bellissima con i capelli raccolti.


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