domenica 30 maggio 2010

Certe cose rimangono nel sangue.


Ieri ho scritto una poesia. Non c'è nulla di buono quando succedono cose del genere. Quando prendo una penna in mano e inizio a scrivere in modo ossessivo, è meglio prendere le distanze. Il cielo si stava quasi aprendo. Sembravano due gambe enormi. Credevo sarei stata inghiottita. Sarei tornata dentro. Non volevo sentire quella voce. Le sorprese crudeli e spietate, senza rimorsi, e tu che mi aspetti con F., eroinomane in Superga, e lui che mi chiede, non vuoi sapere perchè ci sono anche io qui, perchè abbiamo rubato la macchina dei miei, perchè ti abbiamo aspettato davanti casa. Non mi chiedi perchè ho gli occhi rossi e sto quasi tremando, e ho una galassia nello sguardo e stelle morte nelle mani. Non mi importa F., non mi importa perchè siete qui. Non correre così tanto, non chiamare strani ricordi a voce così alta, non toccarmi le gambe, stai lontano da me. Ma a me le guerre piacciono, e quando facciamo l'amore ed io ti odio, dici che è la cosa più bella che si possa provare, ed io ti graffio la schiena, ma tu trasformi la rabbia in piacere, e cerchi di dimenticare il mio prossimo addio.


venerdì 28 maggio 2010

Perchè uccidere non è come fumare.



Questa scritta ha deciso di non andar via dal mio braccio. Sono due giorni che me ne vado in giro così. I pennarelli indelebili non dovrebbero essere utilizzati sulla pelle. Metto un puntino sulla i di iuppi. Questo blog a tratti deve essere divertente. Perchè se il mio humor non esce fuori, io esplodo. La mia camera ora odora di trielina. E questo nuoce gravemente alle mie cellule celebrali. Come quando io ed S. tra i vicoli abbandonati da Dio ce ne andavamo in giro con i fazzoletti appiccicati al naso intrisi di smacchiatore.
Avevo promesso che non le avrei fatte più queste cazzate. Ma io le promesse non le mantengo mai.

mercoledì 26 maggio 2010

Rendo amore a questa vita.


Questa notte la casa era vuota. C'ero io che dormivo nel mio letto. Pensavo a quando S. rubava la macchina di suo padre, ed entrava in casa di nascosto dalla finestra sul giardino. Fumavamo e lasciavamo passare la notte. Alle cinque c'era la sveglia, e lui andava via, lasciando il letto caldo. Mi svegliavo ed andavo a scuola sentendo di appartenere a qualcuno. Ieri A. e C. sono state con me. Ci siamo dette che in fondo non dobbiamo avere paura. Ci siamo abbracciate, e C. ha sentito il mio cuore battere forte. Eravamo una sull'altra e se avessimo avuto uno specchio avremmo visto tre anime, non tre corpi. Ogni abbraccio è anche una guerra, ma in quella guerra ritroviamo un po' noi stesse, con C. che vuole A., ed A. che ama C., e io le guardo negli occhi e penso che siano splendide. Bellissime. Che potrebbero correre su una spiaggia deserta ed io potrei scattare mille foto. C'è sempre qualcuno che ci salverà, ho scritto nella buonanotte, e ieri C. ed A. mi hanno salvato, con il loro odio, ed il loro amore, come mi salva D., come mi salvano le parole. Credo che non valga la pena versare ancora lacrime, e a volte vorrei avere vicino S., ma la verità è che devo essere forte, e stringere i denti fino a sentire dolore, e capire che io, almeno, potrò sempre rimanermi vicino.


martedì 25 maggio 2010

La crisi delle certezze (ovvero, Esame di Stato 2010).


Perchè in fondo io non sono altro che un'ancoraperpoco diciottenne in preda a crisi di panico per l'esame di Stato.

Oggi F. è balzata in piedi sul banco col cellulare in mano e ha urlato. LE COMMISSIONI. SONO USCITE LE COMMISSIONI. Ci siamo precipitati sbraitanti fuori dalla nostra classe e abbiamo dato via al passaparola più angosciante della storia. Presidente della commissione: D.L., uomo crudele e spietato, portatore di morte, ladro di anime, sopravvissuto miracolosamente ad un ictus e pozzo di profondo rancore. Ecco a voi, D.L., ecco a voi il capriccio, l'ignoranza, l'uomo che fece della Divina Commedia uno stile di vita, dimenticando Pascoli, D'Annunzio, Pirandello.

Se avessi tempo per farlo, tra la traduzione di 250 versi di Euripide e lo studio delle galassie, sono sicura che mi ammazzerei.

Il 3B trema, il terrore si diffonde, questo è un horror da Oscar, questa è la straziante agonia delle nostre aspettative, questo è oblio, questo è baratro. Siamo la Generazione X, e non riusciamo a dare un senso alla nostra vita.


domenica 23 maggio 2010

Si può fare di un bisogno solo un desiderio.


Dramma. Fantasmagorica tragedia greca. Stupide e fottute pedine di una scacchiera dai colori improbabili. Errori. Errori. Errori. Sempre gli stessi errori. Disegni e piccoli fili invisibili su un foglio già macchiato d'inchiostro. La tv ha ucciso il dialogo. Spenta. Finalmente. Spenta. Ti seguo e questa danza è quasi orribile. La musica uccide. La musica smette di esistere. E quando non c'è ossigeno tutto muore. C'è un tempo. Sentimenti a scadenza. Numeri che dovrebbero essere eterni. Tu dovresti essere eterno. Magico seduttore. Inutile resistenza. Punti deboli. Carezze omicide. Uccidimi. Credevo lo avresti fatto. Credevo che mi avresti colpito alle spalle con un coltello. Io ed F. andremo via di qui. E di te non mi importa nulla. Dipendenze che vanno abbandonate.


venerdì 21 maggio 2010

A che ora è la fine del mondo.


Probabilmente sembra che io abbia sempre molto tempo da perdere se praticamente ogni giorno sono qui a scrivere qualcosa che potrebbe, obiettivamente, non avere troppa importanza. E nella stessa frase ho usato tre avverbi. Volutamente.

La verità è che io seziono il mio tempo con la precisione di un'affettatrice e così le mie giornate potrebbero essere paragonate ad un insaccato comprato nell'ipermercato di turno dopo mezz'ora di fila, perchè magari quando sei arrivato la tipa col cappellino bianco serviva il numero 2, e tu invece ti ritrovi in mano due cifre, magari il 25.

Oggi ho aumentato la produttività della mia giornata isolandomi dal mondo intero e dedicandomi semplicemente a Lucrezio, D'Annunzio, ed Ewa Barrett Dog, che mi ha implorato di portarla a fare un giro.

Sapete qual è il problema, è che scrivere ad un certo punto diventa come scopare. Però scopare da Dio.


giovedì 20 maggio 2010

Message in a bottle.




A. mi scrive: " Questa mattina ho sentito di aver indossato un involucro pazzesco per non morire dentro. Forse funziona. Ma appena sono a casa, da sola, sul mio letto faccio i conti con quello che ho nel cuore e brucia da morire. Mi fa venire le vertigini. Per tutto quello che c'era di bello e per tutto quello che si sta trasformando in una foresta intricata piena di spine e difficoltà da sopportare. Piena di fantasmi che ti infilano le mani dentro al cuore e te ne strappano un pezzo. E non te lo ridanno più, ma fuggono via lontano, facendoti sprofondare nell'oblio più totale. Sarà questo il risultato. Io dimenticherò ogni cosa. Forse questa storia vale anche per te. Resisti, noi dobbiamo conservare il nostro cuore. Ti voglio bene. "




Io rispondo: " Vedi, non sono soltanto i fantasmi a strapparci il cuore. A volte sono le persone reali quelle che fanno male. Quelle con un corpo intero e l'anima a metà. Sono quelle che fanno meno paura. Ma poi col tempo iniziamo ad averne. A tremare dentro come mai avremmo immaginato. Io so che un giorno morirò di questa sensazione insopportabile, di questo peso che mi opprime lo stomaco, di queste incomprensioni. Ti voglio bene anch'io. "




Il mio piacere fisico si è oggi identificato con una pioggia che cadeva, ma non nel mondo reale, ispirandosi ad una fantasia estetica che m'appartiene come pelle.




Sciocchezze, le mie.




martedì 18 maggio 2010

Scivolosa e profonda.


Le parole per me possono respirare da sole. Possono resistere sott'acqua per ore ed ore, possono produrre il proprio ossigeno. Possono gettarsi tra le braccia di uno sconosciuto, o scivolare, o commettere un omicidio perfetto. Hanno una vista perfetta. Hanno una vita perfetta. Non hanno morte, non hanno vita, hanno eternità e piccoli istanti di tempo, hanno amore, hanno odio. Hanno la bellezza che manca all'uomo, la sincerità che manca alla donna, la fragilità dell'autunno, il freddo dell'inverno.

Io mi sono presa a schiaffi con l'inchiostro, mi sono toccata con una fila di lettere, le pagine dei miei libri mi hanno baciato per ore. Io mi sento salva dietro le parole.


lunedì 17 maggio 2010

Per soddisfare i tuoi desideri.


Oggi non sono per niente felice. Perchè, semplicemente, vorrei che tutto non fosse sempre così complicato. Vorrei guardare in alto e non sentirmi così distante da tutto. Chiedo scusa a me stessa, certe volte. Non è giusto che io mi neghi un po' di abbandono e superficialità per inseguire ideali che si sono nullificati da soli. Mi dispiace.

Non c'è nessuno che mi stia vicino come Baudelaire, in questi momenti.


venerdì 14 maggio 2010

Perchè la dolcezza, se è pura, è come un crimine.


Sottotitolo: la citazione della Santacroce non è casuale. Ma vi sarete accorti che NULLA in questo blog è casuale. Casuale è una parola che mi piace e che trova molti riscontri nella mia realtà. Ma la MIA casualità è perlopiù tragicomica. COMUNQUE nulla mi vieta di rendere esplicite le mie intenzioni. Cito la Santacroce soltanto per la mia Madonna.

Non ho mai odiato tanto il paradiso di Dante come questa mattina. Quando con gli occhi per la maggior parte chiusi ho seguito la lezione pensando ad una vacanza a San Francisco. Non ho preso nessun aereo, e soprattutto nessuna decisione, questo pomeriggio. Ed eccomi qui a studiare (espressione tutt'altro che di stupore, immagino), anzi, se devo essere sincera, eccomi qui a fissare le mie calzette a righe e a pensare che sarebbe bene fare un po' di shopping domani, o di dipingere i miei capelli per metà turchesi, o di farmi quel maledettissimo buco all'orecchio o di rendermi conto che sto diventanto una patetica vittima del capitalismo.

Marx, signore supremo del saggio di profitto, torno da te.



"Devo assolutamente farmi una canna."

"Ma allora vedi che te fumi come una dannata."

"Non sono esattamente cose che ti riguardano. Io sostengo lo sballo privato per fini puramente artistici."


Sto bene, giuro.


giovedì 13 maggio 2010

Lacci mortali di dolci affanni (ovvero: come fare l'abitudine ai miei titoli collage).


Keynes Girl stasera guarderà Donnie Darko. Questo vuol dire soltanto una cosa. Che si innamorerà. Invece A. scrive "Mancano solo 26 giorni alla fine di tutto". Perciò lei ricorda un po' Frank il coniglio, ma con un buon profumo e la vita alta.


Questa è la mia serata di studio Kierkegaard Special K. Un nome che ho coniato per la particolarità della sua teoria. Per il fascino di Joannes. Perchè non vorrei doverlo ammettere, ma spesso sono stata Cordelia. E in questo dolce sentire, in questo crudele abbandonarsi, io vi confesso che ieri un orgasmo mi ha fatto girare la testa e, forse, quasi morire.


Ormai ogni farmaco è mio amico.


martedì 11 maggio 2010

L'unica cosa che ho è lo squallore del mondo.


Silenziosamente quest'eclissi di muro bianco e questo suono di lune spente mi ha spinto a pensare Beethoven mio. Mio, e solo mio.

Credevo di essermi persa e di non avere più occhi che cambiano colore. Col tempo che piange, che nasce o che non riesce a morire.

In questi attimi di eternità, in questo eterno ritorno, in queste scintille, io cerco soltanto un po' d'oblio.


C'era chi allontanava la solitudine sui gabinetti della metro.


lunedì 10 maggio 2010

Farai l'amore per amore.


Non facevo scelte simili da tempo, ormai. Non avevo da anni tali buchi neri nell'anima. Sembrano nuvole che non vanno via, sempre una pioggia che non bagna. Ho deciso di allontanarmi da S. come si sceglie una stagione, come si sceglie una strada, come si sceglie un colore. Ho deciso di essere forte, di vivere il mio momento senza curarmi di qualunque altro attimo, di qualunque altro evento, di qualunque altra realtà. Ora voglio solo me stessa. E non ci sono nè rimorsi, nè rimpianti in tutto questo. Mi sono accorta di credere ancora, irrimediabilmente, indistruttibilmente, nella passione, anche la più sottile.

Non hanno importanza le lacrime, non hanno importanza le suppliche. Tutto adesso mi sembra un'enorme bugia.


Ella era un enimma che enimmaticamente possedeva la propria soluzione: un segreto.


giovedì 6 maggio 2010

Perchè ha senso vivere poeticamente.


Questa mattina ho deliberatamente deciso di non andare a scuola. Non che avessi qualcosa di meglio da fare. Dovevo solo curare il mio mal di testa.


S: Forse oggi verrò a prenderti. Ci penserò. Sempre se non hai grandi impegni.


Il fatto che abbia un morboso attaccamento ad Ulisse, non fa di me Penelope.


Inoltre penso che se A. tornerà con D. si farà solo del male. Ma stavolta non scriverò storie su nessuno. Perchè quando inizio a scrivere. Bhè. Tutto smette di essere sogno o incubo, e diventa realtà.



mercoledì 5 maggio 2010

Chiederci un bacio, e volerne altri cento.


Dentro questa catarsi da cantautore ho deciso che la parola d'ordine nella mia giornata è: concentrazione. Mi sono concentrata nella guida della Mercedes di mia madre, mi concentrerò nello studio della guerra civile spagnola. Perchè concentrarsi uguale non pensare.

Ieri ho tradito i miei progetti (in bilico per natura) e ho sostituito Pulp Fiction con Sister Darko, scoprendo un Ed Westwick finalmente drammatico. Frank il coniglio m'è apparso in sogno e mi ha detto che nella vita bisogna anche saper dimenticare. E questo si riflette perfettamente anche nella storia di E., quanto in quella di M., che chiama L. e le risponde G., ed in questa macedonia di iniziali voi non capirete nulla. Ma non importa. Tutto può essere riassunto in un grandissimo e maledettamente sincero vaffanculo.


Non riesco a non lasciare tracce.


martedì 4 maggio 2010

PASSERà ANCHE QUESTA STAZIONE, SENZA FAR MALE.


Posso soltanto chiedermi quando finirà tutto questo. Sì, insomma. C'è una fine per tutto. Non può durare per sempre. Dalla mia analisi risulta che S. non mi amerà mai come vorrebbe, perchè dentro di lui crede che io non faccia altrettanto. Quindi, non vuole giocare con il fuoco. Bhè, io sono il fuoco.

Ieri si sono avvicinati due tipi in mezzo a tutto quel fumo e a tutta quella musica. Io avevo la faccia impiastricciata di maionese. Il primo tipo con la faccia tonda indica il suo amico (potrei descriverlo come una sorta di Kurt Cobain quindicenne senza alcun talento) e mi dice:

"Lo vedi? Lui si è innamorato di te."

"Sì, bene, tanta gente si innamora di me."

Io non ero ESATTAMENTE in vena di approcci, come potete comprendere.

"Vuoi dire che non gli dai nemmeno una possibilità?"

A. ha sorriso al posto mio (sì, io non avevo nessunissima intenzione di farlo) e ha detto:

"è semplice, lei è già impegnata".

In questi casi io mi dico sempre. Questa frase suona sempre male. Perchè, ok. Ho un ragazzo. Ma adesso dove porca puttana è?

La risposta è che le persone non ci sono mai quando ne abbiamo bisogno.

Cazzo.


PS: ho gli assorbenti di Hello Kitty. E stasera si guarda Pulp Fiction. Non c'è altra soluzione.



sabato 1 maggio 2010

Per nascondere questa mia vocazione al trionfo, ed al pianto.


Questa mattina sono andata a trovare D., anche se per alzarmi da quel fottuto letto ho fatto un po' fatica. Sono sempre di questa convinzione. Che quando dormi almeno, sotto le coperte, non può succederti niente.

D. mi fa stare bene perchè è sempre la stessa, e crede che io e lei, insieme, possiamo lottare contro tutto e tutti. Certe volte è stato davvero così, e quello che provo per lei è amore. D. ha dei capelli fantastici. Io amo i capelli di D., devo esserne ossessionata per parlare sempre e solo di capelli. Cazzo.

Ho mangiato due piatti di pasta. Non mangio così tanto di solito, ma volevo scoppiare, vomitare, ingrassare, insomma, volevo cambiare un po' le carte in tavola. Ma mi conosco troppo. Non metterò su un chilo. Questa sensazione di nausea sparirà presto.

Inizio a non sopportare più la mia ipersensibilità, e le differenze platoniche tra amati ed amanti. Leggere il Simposio sarebbe già un gran passo per l'umanità.


Ps: mi squaglio al sole studiando la politica estera fascista e pensando soltanto a quanto nero possa esserci dentro un buco.


Ps II: io ho Tom Cruise in casa, e voi no.