mercoledì 30 giugno 2010

Tutto fa un po' male.


Per A., per D., per C., tutto questo sembra un riscatto. Un progetto micidiale dove io potrei realizzare tutto quello che mi hanno sottratto. Una realtà in cui ritroverei me stessa, e quel bene che mi propongo e che, nel mondo, là fuori, viene messo a dura prova. Ma per ora sembriamo ancora due mondi separati. Ci sono io. E poi ci sono tutti gli altri. C'è un pizzico di egoismo. Una piccola punta di questo atroce sentimento che preme ovunque. Che mi ha sempre aiutato a scavare buchi profondissimi dove poter trovare qualcosa che non fossero parole, bugie, o pregiudizi. Qualcosa che mi portasse via da una madre disumana, che ha tradito un padre assente, che ha sposato una donna senza cuore. In questo circolo io sono tornata ad avere senso soltanto quando uscivo dal tracciato, quando sfioravo la morte, oppure quando fuggivo via di casa. Ora, sembra che abbia superato ben altri limiti.

martedì 29 giugno 2010

Puro e disposto a salire le stelle.



Sono incinta.

Non voglio aggiungere altro. Mi sembra di avere dentro un segreto vitale. Le SenecaFalls furono il primo gruppo femminista della storia, prima di diventare una canzone dei Distillers. Per questo voglio soltanto trovare un significato a tutto questo. Prima di prendere qualunque decisione. Diciannove anni sono pochi, ma sono anche tanti.

domenica 27 giugno 2010

SenecaFalls e le conversazioni indecenti.


C'è questo post che fermenta nella mia testa dalle 23:54 di ieri sera. Quando, improvvisamente, al buio di una calda camera da letto, si è consumata questa conversazione.

Io accarezzo S. - Lo sai che è bellissimo. - ed indico il suo pene.
Lui - Mmm.
Io - Sono sicura che B. deve avergli dato un nome.
Lui - è una cosa di cui sei sicura?
Io - Non so, noi ragazze facciamo spesso di queste sciocchezze. Dare un nome al pene dei nostri ragazzi.
Lui - No, il mio pene non ha un nome.
Io - Non ci credo. Davvero, sono convinta che B. gliene ha dato uno. Dimmi la verità.
Lui - Vuol dire che sai già tutto, quando usi questo tono di voce.
Io - No, di solito io e B. non parliamo del tuo pene.
Lui - Non ha nessun nome.
Io - Non mentire, potrei scoprirlo da sola.
Lui - Sei tremenda.

è così che sono venuta a sapere che il pene di S. ha già un nome. Già. Si chiama Mr. Mojo, una specie di tributo ai Doors, e allora dopo il primo attacco di gelosia omicida ho cercato di essere ragionevole, e ho analizzato il mio passato ricordando che anche il pene di A. aveva un nome, e si chiamava Morrison. Una strana ed inquietante coincidenza, il Re Lucertola deve suscitare emozioni contrastanti quando a sedici anni sei nel pieno del tuo sviluppo ormonale. Dunque, aveva senso in quel momento avere l'ultima parola su un argomento simile e marcare nuovamente il mio territorio con un innato tocco di classe? Ebbene, io credo di sì.

" Ho sempre apprezzato Jim Morrison per le sue poesie, prima ancora che per le sue canzoni. Dato che il mio senso critico è indubbiamente spiccato, ho deciso che d'ora in poi non esisterà nessun Mr. Mojo. Il tuo cazzo è una sporca tempesta elettrica apocrifa. Per farla breve, si chiamerà Tea. "

venerdì 25 giugno 2010

Ma come può il mio amore essere limpido.


Sulle scale oggi A. mi ha accarezzato i capelli. E io tremando, tra le sue gambe, di fronte a venti persone, non riuscivo a trovare il mio posto. Non sono cose semplici, queste. Ma imprese titaniche. E questa mattina ho aspettato la persona giusta, che mi ha regalato citazioni di Baudelaire direttamente in francese. Aveva i capelli biondo platino, e tantissimi anni. Mi ha sempre letto la Medea con un impressionante trasporto. Ed io ho molte volte pensato a lei. Le cose sono cambiate in fretta. Il telefono è squillato spesso. S. non capisce niente. Regala conchiglie senza alcun tipo di sospetto. Io sento di apparire, ma di essere qualcosa che in realtà evita di guardare. Spaventato da un amore totale, e allo stesso modo da un amore mancante. Voglio il mio divano questa notte, e qualche lacrima. Poi smettere di mangiarmi le unghie. Ora posso farlo. Devo solo trovare il mio moment of being. Sperando che suicide Semptimus non faccia parte della mia vita.

mercoledì 23 giugno 2010

Vampire.


Platone. Platone ha sempre occupato un posto importante nella mia crescita. Platone mi ha sempre aiutato. Credo che se avessi dovuto tradurre un brano del Simposio, questa mattina, io sarei saltata sul banco e mi sarei messa a ballare. Come la migliore delle baccanti. L'Apologia, invece, mi ha lasciato un po' di amaro in bocca. Ma tanto è di casa qui, l'amaro. Sto cercando in infilare nel mio cervello miliardi di informazioni per la prova di venerdì, ma poi finisco per pensare a cose che con lo studio non c'entrano assolutamente niente. Avete mai pensato, per esempio, che i vampiri possono mettere le scarpe col tacco senza soffrire? Ecco. I vampiri hanno un'elevata dose di spiccato erotismo. Ed è semplice essere affascinati da un vampiro. Perchè lui è immortale ma ha un punto debole. E noi lo conosciamo benissimo. Possiamo avvicinarci alla fiamma tanto da lasciare sulla nostra pelle delle cicatrici, e poi tirarci indietro. No, non conosco vampiri. Ma li sogno spesso. Una volta ho anche immaginato che il sapore del loro sperma deve essere buonissimo.
PS: non c'è da allarmarsi, io sono semplicemente fatta così. Un mio ex mi diagnosticò una pericolosa ninfomania, una leggera depressione, e un'infinita maniaco-compulsività.

martedì 22 giugno 2010

Questi sono soltanto problemi miei.


Questa mattina alle 8 e 45 minuti SenecaFalls ha sbarrato gli occhi. Perchè ha scoperto che la Tipologia B Artistico Letteraria riguardava tale sublime argomento: il piacere. E così ho pensato che la Gelmini deve aver scopato parecchio, di questi tempi (effettivamente, ho pensato che potrebbe essere la donna perfetta per S.), ma che almeno oltre ad un figlio ne è uscito fuori qualcosa di meglio. Il mio tema di Maturità. Un elogio al piacere e a tutte le sue forme, e un monumento alla cieca irrazionalità del desiderio. Uno di quei temi che qualcuno di mia conoscenza definirebbe un po' azzardato. Ma date a SenecaFalls Gabriele D'Annunzio. Datele Giacomo Leopardi. Datele Giuseppe Ungaretti. Ma, soprattutto, datele Bertolt Brecht. E lei cadrà letteralmente in estasi.

Fortunatamente ho scoperto che la notte prima degli esami viene passata da gente come me a pensare e rimurginare su ciò che di più doloroso è accaduto negli ultimi anni, e ciò che di più scottante è accaduto anche negli ultimi giorni, nelle ultime ore, e negli ultimi minuti. Tanto da poter parlare di una vera e propria notte bianco cocaina.

Ora, dovrei passare la mia notte a studiare stelle e galassie. Ma credo proprio che me ne sbatterò il cazzo.

lunedì 21 giugno 2010

Il tumulto del cielo ha sbagliato momento.


Non dormivo a casa di C. da così tanto tempo. Dentro quel letto in perfetto equilibrio su una tavola di legno. Con quel cuscino così sottile. La pioggia fuori, che batteva forte. Una voce estranea questa mattina. La luce appena accesa. Tutto il resto del mondo che a malapena sapeva dov'ero. E probabilmente presto sarà esattamente così. Nessuno saprà dove sarò. Con chi sarò. Cosa starò facendo. Crescere vuol dire anche diventare più invisibili. E questo a me non piace. E non piace a nessuno. Io ne sono certa. Le reazioni di S. sono quelle che io immagino. Ogni giorno sono in grado di prevedere ogni suo singolo gesto, ed ogni sua singola carezza. So quando mi aspetterà, so quando mi cercherà. So quando lo troverò nel letto ad occhi chiusi, ad ascoltare soltanto il rumore delle macchine fuori. A far finta che io in quella stanza non ci sia. Ad attendere che io mi avvicini. E poi lui a stringermi per farmi sorridere. E i miei sorrisi che cadono in pozzi neri.
A. è appena corsa sotto la pioggia e mi ha abbracciato forte. è tutto uno schifo, ha detto. è tutto uno schifo.

A volte la mia vita è sembrata un film. Ora, sembra fin troppo realtà.

sabato 19 giugno 2010

Once I loved.


L'esperienza insegna che dopo la tempesta c'è il sereno. O meglio, dietro la collina ... Il sole. Ma nessuno parla mai della tempesta dopo il sereno. O delle montagne dietro il sole. Perchè, per dirla tutta, questa felicità del cazzo, dura veramente poco. E non si riesce ad avvertirla neppure in tempo, che è già volata via. Secondo le più pessimistiche teorie di me ed A., filosofe in via di sviluppo, non c'è gioia che non si porti dietro un dolore lancinante. Una fitta al cuore da trafiggerlo. Una pallottola conficcata in un polmone. E tutto questo perchè ogni cosa è destinata a cambiare. Non è la fine ad uccidere l'uomo. Ma è il mutamento. Non esiste nessuno spirito di adattamento. Il cambiamento soffoca le aspettative e buca l'anima. Ed è la felicità, quel sentimento che tanto ci affanniamo a ricercare, che poi, più velocemente di quanto crediamo possibile, si trasforma in dolore. E non c'è rimedio a tutto questo. Perciò, certe notti, cerco di non arrivare ad essere esattamente felice. Cerco di farmi cullare dal dolce cinismo che chiunque leggeva nei miei occhi quando ero più piccola. E che adesso ha semplicemente assunto altre sembianze.

"Hai uno sguardo meraviglioso."
"è soltanto endorfina."

Ps: basterà una conchiglia a cambiare il destino?

venerdì 18 giugno 2010

SenecaFalls può delirare.


" Domani credo che farò del sesso. Me lo merito. Buonanotte cucciola mia. Fai sesso anche tu. Chissenefrega dell'amore. Ora soltanto sesso. Sesso, sesso, sesso. Sesso per scaricare tutta la tensione. Al resto ci penseremo dopo. Che teoria di merda. "

Ci sono volte in cui credo davvero nell'amicizia. Quella con F., siglata da uno storico bacio saffico, non finirà mai. è lei che mi ha insegnato che una donna bacerà sempre meglio di un uomo. Non c'è nulla da fare.

Io credo che voi dobbiate accettarmi per come sono. L'una di notte, e sono qui a studiare l'Institutio Oratoria di Quintiliano per l'esame di Stato. C'è il mio gatto che non la sopporta già più la letteratura latina. E quando arriverà quella greca si ammazzerà sette volte.

giovedì 17 giugno 2010

L'erba ti fa male se la fumi senza stile.


Le regole bisogna conoscerle per infrangerle. (<3)

Sono riuscita finalmente a fare la stronza, ma poi tutta quella maschera che m'ero costruita si è rotta in mille pezzi. A. dice che i pezzi di un cuore sono più piccoli di quelli di uno specchio. Ian Curtis più che mai. Non posso farci nulla, Effie è andata via questa notte, ed io senza di lei mi sento un po' sola. Le immagini ci fanno compagnia inciampando nella retina dei nostri occhi come simulacri. E allora poi puoi fare tutte le manovre che vuoi, perdere treni, farti derubare, scambiare sguardi sui treni. C'è chi rimane sempre lì. Davanti a te. E sembra non avere nessuna intenzione di voler andare via.

Ah, tanto lo so che avevate paura delle critiche.

"Ma c'è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti."




martedì 15 giugno 2010

Superstar.


Alle mie parole, solitamente, dò sempre un certo peso. A quelle degli altri non credo mai. Se prima di andare a letto decido di abbandonarmi a qualche strana illusione, il giorno dopo mi accorgo che tutto è stato un sogno troppo breve. Se c'è qualcosa che mi sta curando in questi giorni ... Bene. Non è altro che Jonathan Coe. E quando arriverà il momento di scegliere. Se buttarsi in un buco nero, o spingerci dentro qualcun altro. Tornerò qui per dare un'occhiata a questi dolori. Vivo ormai oscillando tra il senso di colpa e l'accattivamente piacere di un attimo, che porterà alla rovina. Prima o poi.

domenica 13 giugno 2010

Anche SenecaFalls scrive poesie.


IRREALE


Brillanti

Seducenti

Le nuvole palpitano

In un concerto memorabile

dalla luce perfetta.

è così che vogliono essere osservate.

Come fossero delle dee imperfette.

Come mi invitassero gentilmente

a subire punizioni micidiali.

Candidi occhi,

Porno movenze.

Ricordi e spettri.

Il cielo è un inferno divino,

è nella perfezione assoluta che lottano i peggiori bisogni.

Le paure migliori.

è nell'ordine che le porte si aprono come cosce bianche

e iniziano danze celestiali di

scheletri coperti d'oro

o vestiti da angeli dentro tuniche cremisi.

Poi basta un lampo

Una stagione

Basta un fiore morto a scaraventare tale

bellezza

sulla nostra vita.

E per un secondo,

Un secondo soltanto,

a sentirne l'odore irreale.


venerdì 11 giugno 2010

Waka. Waka.


Io ed il professor C. siamo stati vittime di un disastro questa mattina. Le sue parole confortanti, simili a quelle di un redattore di un giornale estinto che crede ancora nelle tue potenzialità, sono state. Non preoccuparti. Queste sono cose che non dovrebbero mai succedere, ma non preoccuparti. E soltanto qualche ora dopo SenecaFalls scopre il secondo successo dell'anno dei piccoli aborti del suo talento, con la pubblicazione della poesia Nuvole su un libro dalla copertina color mogano. Che richiama la tinta che tanto scandalizzò suo padre due anni fa.

In questo momento SenecaFalls è interdetta. Pensa al mare come qualcosa di troppo lontano, e alla maturità come qualcosa di troppo vicino, pensa ad una mosca che le calpesta i quaderni (e nessuno può toccare i suoi quaderni), pensa che momentaneamente l'unica certezza della giornata è il sesso, nella sua vita. Può chiamare S. e fare dell'ottimo sesso, e provare affetto di fronte al suo caldo sperma bianco, e credere in questo modo che l'amore non esiste.

Smetterà poi di farsi forza con questa convinzione, perchè si ricorderà di quanto le riesce bene amare. Talvolta.

Mi piaceva Roosvelt. Cosa posso farci.


mercoledì 9 giugno 2010

Wonderland.


Tutti possono dire bugie. Tutti possono distorcere la tua realtà e sbattertela in faccia. Guarda, non è come credevi tu. Questo si chiama essere oggettivi. Ma io nell'oggettività non ho mai creduto. Credo nel pentimento, credo nell'amaro, credo nel dolce, credo nella carta stampata, credo nei paradisi artificiali e nei paradisi in generale, credo che l'inferno non sia da nessuna parte se non dentro di noi, credo nelle paure, credo nei sogni che hanno spazio e tempo ovunque. Credo che non esistono limiti, credo negli odori. Credo in Carroll e nella Beat Generation, credo nell'ultima spiaggia, credo nel Re Lucertola, credo in S. quando provo piacere, credo nell'eterno ritorno, credo nello sguardo della gente. Credo che quando i tuoi lavorano puoi prendere la macchina e star via fino alle sei, credo nelle azioni fatte soltanto perchè ti andava, credo nell'impossibilità di aver un futuro oltre il domani, credo in Kurt Cobain, credo nella fine e nel cambiamento, credo nell'esperienza, credo nel luogo delle idee, credo in Socrate e Platone, credo nei maestri del sospetto, credo nel mio talento.

E lei di tutto questo, figlia di puttana, lei di tutto questo non ha capito niente.


Non me le faccio più illusioni simili.


lunedì 7 giugno 2010

SenecaFalls versione inchiostro (ovvero, quando le cose vanno esattamente come dovrebbero andare).


Non si sa sempre dare un senso alle giornate.
Passano, o rimangono lì per sempre.
Puoi trovarci dentro una poesia, o una canzone. Tua, o di qualcun altro. Magari sbagli il tempo, il sole corre troppo, la luna arriva in anticipo, le nuvole quasi ti si aggrappano addosso.
Certe volte Noah sognava. Di giorno era tutto diverso. I pensieri non dovevano fare a pugni col buio. Bastava un muro bianco, un dettaglio.
E comunque, a certe giornate bisognava proprio mettere dei punti di sospensione. Sai quelli che ti tolgono il respiro, perché arrivano, te lo strappano dal petto, e se lo portano via lontano? Ecco, quelli.
Noah piegò tutti i vestiti con cura, quella sera. Se avesse avuto una valigia li avrebbe infilati lì. Non aveva esattamente il coraggio di partire. È che Noah aveva semplicemente il bisogno di pensare di poter andare via, di avere questa possibilità, di poter giocare questa carta. Volare. Viaggiare. Vivere. Una serie di azioni che iniziavano per ‘V’. Per non essere eternamente intrappolata in giornate come quelle. Per non limitarsi soltanto a prendere un foglio e scriverle. Per dimenticarle, magari. Col tempo. Una di quelle cose che non riesci a fare mai. Le sembrava di averlo letto da qualche parte. Era un piccolo libro che parlava di Leopardi. Diceva che quando conosci sempre posti nuovi, i ricordi si accavallano l’un l’altro. Quasi si rincorrono. E poi se ti guardi indietro trovi sempre e solo sfumature. E si sa. Sono le sfumature a renderci felici.
E invece noi sempre a cercare visioni precise.
Come quei ricordi che più cerchi di mandare via, più ti si aggrappano addosso. Ti pregano, si inginocchiano, quasi sanguinano. Sono coperti di lacrime dolci, sembrano meravigliosi. Immobili.
E invece non ricordi di quando il passato, una volta, mentre era presente, era felicità, sì, ma non bastava nemmeno quella.
Perché Noah era fatta così. Lei nel presente non riusciva proprio a starci. Era come avvicinarsi di continuo ad una fiamma, e scottarsi.
Suonarono alla porta, poi. Noah volle pensare ad una sorpresa. Ma era la persona che aspettava.
Fecero l’amore in modo difficile, quella notte. Noah e quella persona. Come quando vuoi crescere a tutti i costi. E costruisci ogni secondo addosso al precedente con tutta la forza che possiedi. C’è costanza, passione, intelligenza. Sudore. Tutto è calcolato, la successione, gli scatti, gli sguardi. Vivi in modo diverso per un po’, forse dimentichi. Sì, forse Noah riuscì a dimenticare quella notte, vide solo sé stessa. Ci pensò, poi il giorno dopo. A quando fai qualcosa solo perché è il momento giusto. E bruci quel pensiero in una sigaretta fumata al buio.
E se noi lo portassimo fino al limite, il nostro momento?


sabato 5 giugno 2010

Non è SenecaFalls.


Non sempre ci si rende conto che SenecaFalls possa avere dei sentimenti.

Spesso si gira la testa dall'altra parte.

Si lascia passare il tempo in attesa che il suo umore cambi.

Non si fa mai nulla per far evolvere le situazioni.

Non sempre ci si rende conto che SenecaFalls non ha una psiche troppo stabile.

Spesso si crede di conoscerla a fondo.

Le si fa del male perchè si pensa che lei sia come tutti gli altri esseri umani.

Non si pensa mai che possa essere diversa.


giovedì 3 giugno 2010

Questo limite del cazzo.


Basta.

Basta.

Basta.


Io non so proprio vivere.

(Mi mancate tutti)



martedì 1 giugno 2010

Someday (e le canzoni che non si dovrebbero ascoltare).


Leggo interviste da un po' di giorni ormai. Ma allo scopo di non tremare. Di dimenticare questo orribile rapporto che ho con il tempo. Quello esteriore. Quello delle guerre e dei documenti ufficiali. Quello delle tragedie e dei secondi. Io non riesco a ricordarlo. Soltanto per questo combino disastri. Coltivo lacrime e/o batticuori. Ed oggi ho visto venti euro di eroina sotto un treno. Finire lì per amore. Quelle cose che nemmeno Doherty per la Moss. Porca puttana. E guarda come riduco un uomo.

PS: è successo anche che m'hanno pubblicato un racconto in un'antologia. Eh già. E che C. l'ha letto tre volte, A. s'è messa a piangere, e D. preferisce la seconda parte. Love.